Un contributo articolato, per proporre adempimenti e nuove misure, è stato presentato da FederTerziario per rivedere alcuni punti strategici della manovra di bilancio che in questi giorni è in discussione alla Commissione Bilancio alla Camera. Particolare attenzione, nell’analisi generale della manovra, è stata prestata al mondo della micro, piccola e media imprenditoria, rappresentate dalla Confederazione che attualmente
associa oltre 90mila aziende.
“Pur apprezzando una serie di norme – sottolinea Alessandro Franco, segretario Generale di FederTerziario – quale la conferma della detassazione di premi di produttività, la possibilità di destinare risorse del piano GOL ad attività formative organizzate dall’impresa, lo sviluppo di welfare per il lavoro autonomo e l’imprenditoria femminile, riteniamo che la manovra manchi di interventi strutturali capaci di sostenere al meglio le MPMI che, in questa fase di transizione, avrebbero più che mai necessità di interventi e fonti di finanziamento ad esse dedicate”.
L’organismo datoriale ha evidenziato, nello specifico, su sei articoli specifici che riguardano il cuneo fiscale, i premi produttività, i fringe benefit, la conferma bonus assunzioni nuovo personale, gli interventi a sostegno dello sviluppo del settore turistico e le misure di potenziamento dei controlli di finanza pubblica.
“La riforma prevista del cuneo fiscale – evidenzia il dott. Giuseppe Mallardo – mira a mantenere inalterati i benefici attuali per i redditi fino a 35mila euro, come FederTerziario, quindi, abbiamo proposto un aumento delle percentuali per i redditi fino ai 20mila euro per contribuire a un allineamento della retribuzione delle esigenze economiche attuali. In quest’ottica, cioè per rafforzare la capacità di spesa di lavoratori e lavoratrici, si è definita anche una proposta che riguarda l’innalzamento e la stabilizzazione delle soglie dei fringe benefit che hanno specificatamente una finalità sociale a 4.000 e 3.000 euro rispettivamente per i dipendenti con e senza figli a condizione, quindi, che gli stessi siano utilizzati per l’acquisto di servizi e prestazioni di natura sociale, sanitaria e assistenziale o di cura”.
Al vaglio del documento redatto dall’Ufficio Relazioni Industriali di FederTerziario, nell’ambito della proroga dei premi produttivi per il triennio 2025/2027, l’innalzamento dei limiti da 3mila a 4mila e fino a 5mila se l’azienda adotta modelli di partecipazione diretta dei lavoratori nella gestione organizzativa. Altre correzioni delle misure all’esame parlamentare riguardano la conferma del bonus di assunzione del nuovo personale che, secondo FederTerziario, dovrebbe prevedere la revisione dei parametri di qualificazione delle imprese artigiane, magari introducendo maggiore flessibilità o esenzioni per quanto riguarda le assunzioni – dato che i nuovi assunti rischiano di far uscire le imprese dalla qualifica di impresa artigiana – o, in alternativa, offrendo incentivi specifici dedicati alle piccole e medie imprese che intendono espandersi senza rischiare di perdere la propria identità artigianale.
Grande attenzione viene posta anche in relazione allo sviluppo del settore turistico e all’introduzione di una “fiscalità di vantaggio” per le aree interne chiedendo: per il primo, un confronto con i principali stakeholder del comparto stante la previsione, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio, di un decreto di natura regolamentare, per stabilire criteri, condizioni e modalità per la concessione di agevolazioni finanziarie a sostegno degli investimenti privati e per la realizzazione di interventi ad essi complementari e funzionali; per il secondo, agevolazioni contributive e fiscali per i datori di lavoro privati che assumano in aree interne, insulari e di montagna, al fine favorire un riequilibrio tra aree interne e centrali e favorirne la rinascita, anche in ottica di delocalizzazione e destagionalizzazione dei flussi turistici. “Sul fronte della finanza pubblica – aggiunge Mallardo – esprimo le nostre perplessità sulle misure di potenziamento dei controlli che prevederebbero la presenza di un rappresentante del MEF all’interno dell’organo di controllo delle imprese che percepiscono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi da parte dello Stato di entità significativa, stabilito, in sede di prima applicazione, a partire da 100mila euro annui. Chiediamo di eliminare questa disposizione per garantire l’autonomia delle società che interpretano il provvedimento come un’ingerenza nella propria sfera gestionale, oltre che per questioni di natura economica, visto che il compenso del revisore nominato dal MEF sarebbe interamente a carico delle imprese coinvolte”.
L’ampio capitolo dedicato all’inserimento delle nuove misure si concentra su diversi fronti: proroga e semplificazione del piano di transizione 5.0, introduzione della cedolare secca per le locazioni di immobili commerciali classificati nella categoria catastale di negozi e botteghe, lo stralcio dei carichi fino a 5mila euro affidati all’agente della riscossione fino al 31 dicembre 2022, la revisione del sistema di ammortamenti fiscali dei beni strumentali, riportare l’aliquota della ritenuta d’acconto dei bonifici delle ristrutturazioni dall’11% all’8%. Centralità, inoltre, al capitolo della formazione, da sempre riferimento dell’azione di FederTerziario. “Riteniamo essenziale la modifica dell’articolo 118 della legge 388/2000 – conclude Mallardo – per estendere il raggio della formazione finanziata anche ai datori di lavoro per le imprese con meno di 15 dipendenti. Credendo nella centralità che le nuove competenze possono avere per i lavoratori e soprattutto per le imprese che assumono, anche nell’ottica dell’attuale mismatch tra domanda e offerta di lavoro, chiediamo inoltre che l’attività di formazione possa essere estesa anche a disoccupati e inoccupati, prospettando così la possibilità di formare anticipatamente le risorse umane che le aziende intendono assumere”.