Gli over 65 nell’Ue costituiscono circa il 20% della popolazione totale – era il 16% nel 2001 – e, nell’ultimo anno dell’epoca pre-Covid, circa un quinto del totale dei residenti che ha usufruito di servizi turistici aveva un’età pari o superiore ai 65 anni.
Dati Istat ed Eurostat – l’ultimo report è di fine agosto e si chiama appunto “Tourism trends and ageing” – che certificano una tendenza evidente: il cosiddetto Silver Tourism, cioè il turismo che coinvolge gli over 65, è destinato a diventare il pezzo pregiato e di riferimento dell’intero comparto. Un’opportunità che deve essere colta e non può trovare impreparati gli operatori del settore, soprattutto considerandone tutte le specificità: persone che possono vantare maggiore possibilità di fare viaggi più lunghi e in tutti i periodi dell’anno, spendendo mediamente cifre più alte dei giovani.
“Dobbiamo essere preparati: i dati della Commissione europea – spiega Emanuela D’Aversa, vicepresidente di FederTerziario Turismo – ci dicono che entro il 2030 l’Europa accoglierà 160 milioni di viaggiatori over 65, sviluppando, inoltre, una destagionalizzazione del fenomeno turistico, considerando che i flussi si concentreranno per quasi la metà in primavera, per un dato pari al 45%, e soltanto per un terzo in estate, poco meno del 20% in autunno e il 7% in inverno. Si tratta di profili di grande rilievo in termini di spesa: il Censis ne determina una ricchezza media di almeno il 13% superiore alla media italiana; inoltre, a fronte di una riduzione della spesa del consumo negli ultimi 25 anni pari al 14%, in questa fascia di età invece lo stesso dato è cresciuto del 23,3%”.
Il futuro è scritto nella combinazione di due fattori essenziali: una popolazione che invecchia e una qualità della vita decisamente migliorata. Riflessioni che si traducono in numeri: l’Istat ha registrato, tra il 2001 e il 2020, un aumento della quota di persone di 65 anni e più in tutti gli Stati membri, con l’Italia arrivata al 23%, e, nell’indagine sugli Aspetti di vita quotidiana, ha evidenziato circa il 70% delle persone di questa fascia d’età considerarsi come “molto felice” e quasi il 60% di avere un’attività di svago e di interesse. In molti casi, è proprio il viaggio a garantire il benessere psicofisico se consideriamo che, al di là del periodo Covid che ne ha contenuto la crescita, il turismo di questa fascia di età è in grande crescita: in Italia, nel 2022, hanno prodotto 7,8 milioni di viaggi su un totale di 55 milioni.
Sebbene ancora lontano dai valori precovid, si tratta del dato più elevato dell’ultimo triennio per questa fascia di età. Uno sviluppo che va seguito, curato e intercettato con opportuni strumenti di intervento che puntino alla accessibilità di territori e strutture ricettive, anche attraverso infrastrutture materiali e digitali capaci di soddisfare le esigenze peculiari di questi viaggiatori.
“Abbiamo ricavato un quadro generale delle necessità di questo specifico e rilevante segmento di mercato tramite i rilievi presentati dalla nostra capillare rete di aziende turistiche associate – conclude la vicepresidente – che hanno evidenziato l’importanza di garantire una maggiore flessibilità nelle prenotazioni ma anche un’esigenza di arricchimento culturale da realizzare tramite iniziative dedicate ai tour storici o alla visita dei musei, senza dimenticare gli aspetti legati all’enogastronomia. Pratiche che vanno combinate anche con l’apprendimento di nuove abilità e la possibilità di usufruire di eventi – ad esempio corsi di ballo e di cucina – che consentano di socializzare con persone della stessa età”.