Una fase di cambiamenti radicali, alimentati anche dalla transizione digitale e dalle esigenze sul fronte della sostenibilità e dell’innovazione, continua a incidere su un mercato del lavoro che, ormai da anni in attesa di riforme abilitanti, resta dominato da un’asimmetria tra offerta e domanda che riguarda le figure professionali più disparate: dai lavoratori del turismo e della ristorazione – tradizionali eccellenze italiane – fino ai laureati in materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche indispensabili per segmenti produttivi a più alta intensità tecnologica.
Ed è il presidente di FederTerziario, Nicola Patrizi, a lanciare il monito: «Istruzione, formazione e mercato del lavoro non devono essere più considerate come una filiera piatta e verticale ma come vasi comunicanti». Proprio a margine del convegno organizzato dalla Confederazione lo scorso maggio a Roma, dal titolo “Istruzione e Formazione leve strategiche per il mercato del lavoro”, diversi esponenti della politica, delle istituzioni e dell’imprenditoria sono intervenuti per rimarcare la necessità di riforme e iniziative in grado di rilanciare la filiera, in crisi anche per l’assenza di competenze che si continua a registrare nel nostro Paese. Si è detto preoccupato Alessandro Franco, segretario generale di FederTerziario per il quale l’assenza di competenze peggiorerebbe un quadro già aggravato dall’indisponibilità di manodopera.
Ecco perché ci si interroga se le cospicue risorse economiche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non siano una strada da percorrere e da sfruttare per cercare di tamponare un’emergenza che non può più essere
ignorata. E al Pnrr si potrebbero aggiungere anche le risorse europee della Politica di coesione 2021/2027, per strutturare un piano che unisca l’istruzione, la formazione e il mercato del lavoro.
Al convegno spazio anche alle riflessioni provenienti dal mondo dell’istruzione e della formazione col lancio della campagna di FederTerziario Scuola. Ad annunciarla è stato Vito Andrea Vinci, presidente della costola della Confederazione intervenuto a margine del convegno organizzato da FederTerziario dal titolo “Istruzione e Formazione leve strategiche per il mercato del lavoro”. La campagna promuoverà per due anni i temi della sicurezza e della formazione nei luoghi d’istruzione italiani.
Un altro dato che desta preoccupazione è il mismatch tra domanda e offerta, che in Italia «è realmente consistente ma non è un problema solo italiano». Lo ha sostenuto Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere, anch’esso intervenuto a margine del convegno dello scorso maggio.
Ma cosa fare per migliorare e ridurre il gap? Secondo Marcella Gargano, direttrice generale delle Istituzioni della Formazione Superiore del Ministero dell’Università e della Ricerca, il Pnrr è un ottimo strumento per orientare correttamente i giovani, senza trascurare, però, gli attrezzi che possano permettere al mondo dell’istruzione di andare incontro alle esigenze del mercato del lavoro, come ha ricordato Ornella Cuzzupi, segretario generale Ugl Scuola e anche Gian Carlo Blangiardo, già presidente Istat, secondo il quale «i giovani spesso scelgono percorsi formativi senza rendersi conto che quando sarà il momento di trovare un posto di lavoro quel tipo di formazione sarà meno spendibile rispetto ad altre».
Di seguito il video racconto integrale.