Sono 497mila le assunzioni programmate nel 2025 dalle imprese italiane, solo a gennaio, e circa 1,4 milioni per il primo trimestre dell’anno. Secondo il bollettino Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, la crescita riguarda in particolare il turismo (+16mila rispetto a gennaio 2024) e il commercio (+2mila), mentre l’industria manifatturiera registra un calo di 12mila unità.
Il settore delle costruzioni mostra una crescita dell’1,4% con 52mila nuove assunzioni, mentre i servizi si mantengono stabili con 336mila ingressi. Le microimprese (meno di 9 dipendenti) sono le più dinamiche, con un incremento di 1.500 unità rispetto all’anno precedente, mentre le aziende medio-grandi prevedono un calo complessivo di 12mila unità.
La difficoltà di reperimento resta un problema per il 49,4% delle assunzioni programmate, principalmente a causa della carenza di candidati (32%). Le figure più difficili da trovare sono gli analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni (62,1%), gli ingegneri (58,5%) e i tecnici della gestione dei processi produttivi (67%). Nel settore manifatturiero, si rileva una difficoltà superiore al 74% di rintracciare operai specializzati come, ad esempio, fonditori, saldatori e lattonieri.
A livello territoriale, le regioni del Nord-Ovest e del Sud guidano le previsioni occupazionali con rispettivamente 159mila e 123mila ingressi, seguite dal Nord-Est (115mila) e dal Centro (101mila). Il Nord-Est registra la maggiore difficoltà di reperimento (54%).
Nel frattempo, questa difficoltà continua a rappresentare una falla nell’attuale mercato del lavoro ed è evidente come il sistema formativo e le politiche attive del lavoro debbano essere riformate con urgenza per rispondere alle reali esigenze delle imprese. Le piccole e medie imprese, in particolare le microimprese, si confermano il vero motore dell’occupazione, mentre il calo di assunzioni nelle medie e grandi aziende desta preoccupazione. Serve un piano strategico che incentivi l’incontro tra domanda e offerta, promuovendo la formazione tecnica e professionale, rafforzando l’alternanza scuola-lavoro e favorendo misure di sostegno alle imprese che investono in capitale umano.