Proroghe al 2027 e obbligo di bandire le gare entro giugno dello stesso anno. Inoltre, chi subentra dovrà pagare un indennizzo agli attuali concessionari e garantire la continuità occupazionale dei lavoratori coinvolti. È la sintesi dell’accordo sui balneari raggiunto nelle scorse settimane tra Roma e Bruxelles.
Il Consiglio dei ministri, infatti, lo scorso mese ha approvato un decreto che punta a bilanciare l’apertura del mercato con la protezione delle aspettative degli attuali gestori, con il plauso dell’Unione Europea, che lo ha definito una soluzione globale, aperta e non discriminatoria. Tra le novità principali inserite nel decreto, una nuova proroga delle concessioni fino a settembre 2027 anche se, in caso di “ragioni oggettive” che impediscono il completamento delle procedure di gara, ci sarebbe un ulteriore slittamento fino al 31 marzo 2028. Intanto, la durata delle nuove concessioni dovrà essere di almeno cinque anni e di non più di venti, “al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati”. In merito alle gare, il termine ultimo è fissato al 30 giugno 2027: entro questa data le concessioni balneari dovranno essere messe all’asta.
Viene inoltre introdotta la previsione del “salvagente” degli indennizzi, che, però, non coinvolgerà le casse dello Stato. Dura, la posizione del presidente di FederTerziario Balneari, Giuseppe Mancarella, intervenuto nei giorni scorsi nell’audizione delle commissioni Giustizia e Finanze della Camera dei deputati nell’ambito della discussione del decreto-legge Salva-infrazioni, insieme ad altre associazioni di categoria.
«L’associazione non può non evidenziare la mancata occasione di poter finalmente regolamentare la durata delle concessioni demaniali nel rispetto di una corretta applicazione dell’articolo 12 della Direttiva Bolkestein, la quale non può prescindere dalla valutazione della scarsità delle risorse disponibili, che rappresenta il presupposto per affermare la necessità di evidenza pubblica delle concessioni esistenti. Inoltre, l’importanza della scarsità è stata evidenziata anche il 30 aprile 2023 dalla Corte europea di giustizia», ha dichiarato Mancarella all’indomani della audizione.
«In considerazione dell’estrema incertezza verificatasi negli ultimi anni, nessun operatore balneare ha avuto la possibilità di operare degli investimenti nella propria azienda. E non per colpa degli imprenditori, ma della politica. Limitare gli indennizzi – previsti nel decreto, ndr – agli ultimi 5 anni significa riconoscere poco o nulla per gli sforzi fatti sinora dagli imprenditori stessi. Esprimo solidarietà a tutti i familiari degli imprenditori balneari che stanno vivendo un momento drammatico: con le multinazionali non ci sarà gioco».