Migliaia di piccole e medie imprese in Italia hanno ancora notevoli difficoltà nel reperire personale qualificato, una sfida che rischia di compromettere la loro crescita e competitività nel mercato globale.
Secondo le ultime proiezioni, infatti, tra il 2024 e il 2028 il mercato del lavoro italiano avrà un fabbisogno compreso tra i 3,1 e i 3,6 milioni di occupati, una domanda crescente di forza lavoro che rappresenta sia un’opportunità che una sfida. Ma se da un lato vi è la possibilità di innovazione e crescita economica, dall’altro emergono preoccupazioni significative – che FederTerziario ha già evidenziato negli scorsi anni – riguardo alla capacità delle aziende di trovare il personale adeguato a soddisfare tali esigenze. Diverse le ragioni alla base del problema, tra cui la rapida evoluzione tecnologica e la crescente necessità di competenze specifiche, sempre più specializzate. E ancora, insufficienza di risorse finanziarie – per diverse pmi – da investire in formazione interna o per competere con le grandi aziende nel mercato del lavoro.
Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla carenza di candidati qualificati disponibili. Le scuole e le università italiane, non sempre riescono a colmare il divario tra le competenze accademiche e le esigenze pratiche delle imprese. E questa discrepanza crea un mismatch tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. In risposta a queste sfide, circa il 50% degli imprenditori italiani sfrutta il proprio network di conoscenze per trovare candidati. Un approccio che, sebbene efficace in alcuni casi, presenta anche dei limiti significativi: affidarsi a reti personali, infatti, può ridurre la diversità e l’innovazione, limitando l’accesso a una gamma più ampia di talenti. Inoltre, questa pratica può perpetuare problemi strutturali legati al nepotismo e alla mancanza di meritocrazia.
Per affrontare in modo efficace la sfida del reperimento di personale qualificato, è dunque essenziale che le piccole e medie imprese siano supportate, da istituzioni e organismi intermedi, nell’adozione di una serie di strategie innovative. Investire in partnership con istituzioni educative per sviluppare programmi di formazione su misura, partecipare a fiere del lavoro e utilizzare piattaforme digitali di recruiting possono rappresentare soluzioni efficaci. È essenziale poi che vengano introdotte politiche pubbliche mirate a supportare le aziende nell’attrarre e mantenere talenti qualificati, anche attraverso incentivi fiscali per la formazione l’aggiornamento professionale.