Da nord a sud Italia ancora morti sul lavoro. Il 21 marzo scorso, a Lucca, un uomo di 52 anni è deceduto dopo essere caduto all’interno di uno scavo in un cantiere stradale della città dove erano in corso i lavori per una fognatura. Il giorno successivo, invece, a Valdidentro (in provincia di Sondrio) un geometra è rimasto schiacciato mortalmente da oltre tre quintali di materiale legnoso.
Insomma, le morti bianche in Italia continuano a costituire una piaga ancora difficile da estirpare rendendo vano ogni tentativo di istituzioni e organizzazioni datoriali. Secondo i dati Inail, infatti, sono state 1.041 le denunce di incidenti mortali sul posto di lavoro ricevute nel 2023. Quasi tre morti al giorno. E malgrado i numeri siano in calo rispetto all’anno precedente, il fenomeno costituisce ancora un grave problema. Un quadro che necessita di interventi costruttivi e che potrà trovare nei corpi intermedi, come FederTerziario, punti di riferimento validi per promuovere un’implementazione delle iniziative in materia di sicurezza da parte del sistema scolastico nazionale (fondamentale) e un parallelo potenziamento delle attività delle imprese, da incentivare anche tramite meccanismi premiali da finanziare con un fondo ad hoc.
Più cultura del lavoro e più formazione, dunque, avvalendosi anche del supporto delle tecnologie esistenti. «La sicurezza per le aziende – ha dichiarato di recente Nicola Patrizi, presidente di FederTerziario – è spesso solo un adempimento amministrativo da risolvere come tale e lo stesso ragionamento vale per il tema della formazione che è strettamente connesso. Su questi aspetti bisogna invece agire perché costituiscono dei momenti fondamentali che devono avere un rilievo concreto per le aziende e per i lavoratori, da supportare anche con gli strumenti che oggi sono consentiti dalla tecnologia». Dello stesso avviso anche Alessandro Franco, segretario generale dell’organizzazione. «La sicurezza non è soltanto un tema lavoristico, anzi, al contrario è un tema soprattutto sociale, che quindi non riguarda solo imprese e lavoratori ma coinvolge tutto il mercato del lavoro e l’intero Paese. È, inoltre, un tema che non riguarda solo il presente ma anche il futuro delle nuove generazioni».
È evidente, quindi, che pur di accrescere la consapevolezza in tema di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro non si può prescindere dall’informazione e dalla formazione. Tutti gli attori coinvolti sono dunque chiamati ad uno sforzo maggiore sul tema. A cominciare da FederTerziario. Già nei mesi scorsi la Confederazione aveva proposto alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, un ruolo consultivo per gli organi di controllo delle Aziende Sanitarie Locali con l’obiettivo di consentire alle imprese un momento di confronto e riflessione, evitando che i vigilanti della sicurezza nei posti di lavoro pubblici e privati mantengano un ruolo esclusivamente di controllo e sanzionatorio.