Due milioni i disoccupati in Italia (di cui 800mila circa in età compresa tra i 15 e i 34 anni) eppure sarebbero poco o più di 1 milione i posti che le aziende non riuscirebbero a coprire con nuovo personale. Almeno secondo quanto affermato di recente dalla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone.
A rivelarlo è l’ufficio studi della Cgia di Mestre che sottolinea come tale fenomeno non sia una novità nel nostro Paese. Come già denunciato a più riprese da FederTerziario, in Italia domanda e offerta hanno avuto da sempre difficoltà nell’incrociarsi. Grazie ai dati che emergono dalla periodica indagine Excelsior condotta presso gli imprenditori italiani dall’Unioncamere-Anpal, sono state individuate le prime 50 figure professionali di difficile reperimento.
Saldatori ad arco elettrico, medici di medicina generale, ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, gli intonacatori (categoria nella quale rientrano anche gli stuccatori, i decoratori e i cartongessisti) e i dirigenti d’azienda (di istituti scolastici o di strutture sanitarie private). Di questo primo blocco, in 8 casi su 10 la ricerca degli imprenditori (privati e pubblici) si tramuta in fallimento.E ancora, criticità per le aziende anche nel reperire meccanici collaudatori, infermieri e ostetriche, tecnici elettronici (come installatore e manutentore hardware), tappezzieri e materassai, gli operai addetti a macchinari per la filatura e bobinatura, i saldatori e i tagliatori a fiamma, gli ingegneri elettronici, gli elettrotecnici e gli operai addetti ai telai meccanici per la tessitura e maglieria.
Patrizi: “Il mismatch ha già superato il 40%”
Nella classifica di difficoltà di reperimento, riferita all’anno 2022 e che coinvolge 105 province, in testa troviamo Bolzano con il 52,5% di difficoltà. Seguono Pordenone (52%) e Gorizia (48,8). Chiudono la graduatoria, invece, Foggia (31,9%), Trapani (31,8%), e Vibo Valentia (31,7%).
«La difficoltà di trovare laureati da parte delle imprese – aveva affermato di recente il presidente di FederTerziario, Nicola Patrizi – è persino superiore al già elevato dato medio riferito a tutte le entrate programmate, il mismatch ha superato la quota del 40% delle entrate complessive, con 8 punti percentuali in più rispetto al 2021 e 14 punti percentuali in più rispetto al 2019».