Oltre 59 milioni di euro per il finanziamento di 4.700 progetti, a cui hanno aderito più di 750mila lavoratori e circa 142mila imprese, soprattutto microimprese, appartenenti a tutti i settori produttivi.
Questi i numeri del Rapporto FondItalia 2022, presentato il 7 giugno 2022 all’Ara Pacis di Roma, durante il convegno “Convergenze FondItalia: prove di sistema per la ripresa economica del Paese”, che ha avuto l’obiettivo di valutare i risultati dei 13 anni di attività del Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua, promosso da FederTerziario e da Ugl Confederazione, e nel corso del quale si è discusso di futuro di lavoro, formazione, riqualificazione delle competenze e mismatch fra domanda e offerta di lavoro.
Sono state tante le iniziative nazionali illustrate e tese alla definizione di un sistema di politiche attive del lavoro e di politiche sociali, con un focus sulle grandi sfide e sulle opportunità offerte da due grandi progetti in fase di avvio: il PNRR (Piano nazionale ripresa e resilienza) e la Manovra di bilancio 2022, che ha al suo interno l’estensione delle misure e delle riforme strutturali derivanti dalla Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL).
Sul palco dell’Ara Pacis, coordinati dal giornalista Massimo Maria Amorosini, sono intervenuti Francesco Franco (presidente di FondItalia), Egidio Sangue (direttore di FondItalia), Francesco Paolo Capone (segretario generale di Ugl Confederazione), Nicola Patrizi (presidente di Federterziario), Paola Nicastro (direttore di ARPAL Umbria), Mauro Nori (segretario generale del CNEL), Michele Fina (consigliere del Ministro del Lavoro) e in collegamento il deputato Walter Rizzetto e l’eurodeputato Andrea Cozzolino.
Il presidente di FederTerziario Nicola Patrizi nel suo intervento ha sottolineato, a proposito delle disponibilità economiche concesse dai vari canali, che il tema è «mettere insieme, nel sistema che ci riguarda, i fondi interprofessionali e le politiche attive in maniera più estesa, coinvolgendo tutti gli attori, quindi agenzie, enti di formazione e pubblico, altrimenti c’è il rischio che tutta la mole di soldi disponibili non venga utilizzata o non porti ai risultati sperati».
Formazione continua e competenze specifiche
Il Rapporto 2022 illustra le iniziative in atto per promuovere la formazione continua e per sostenere lo sviluppo delle imprese, in un costante dialogo tra le parti, nell’ottica della bilateralità per concretizzare l’idea di un lavoro dignitoso e sicuro.
Competenze specifiche, formazione costante, collaborazione tra diversi settori, legati alla scuola, alla cultura, allo sviluppo e all’imprenditorialità. Tutti gli attori coinvolti nel convegno hanno indicato la formazione continua come lo strumento fondamentale per abilitare le persone ad affrontare e generare i cambiamenti economici, climatici e demografici che stanno investendo la società contemporanea e da più di dieci anni Fonditalia si occupa di erogare una formazione di qualità ed aderente alle esigenze delle imprese e del mercato.
Come si legge nel Rapporto, infatti, la media annua dei progetti di formazione continua approvati da FondItalia, a partire dal 2010 e fino al 2019 compreso, è di 360 progetti medi annui. Nel 2020, anno della pandemia, i progetti approvati sono stati 704, nel 2021 ben 755.
Fare sistema per contribuire alla ripresa economica
Il biennio 2020 – 2021 si è dimostrato a tal proposito il più dinamico nei 12 anni di attività del Fondo Formazione Italia. Con 1.459 progetti formativi approvati, infatti, è di oltre 22 milioni e mezzo il contributo approvato ed erogato grazie ai due Avvisi pubblicati per promuovere la qualificazione professionale dei lavoratori, con una tendenza in crescita rispetto al quinquennio precedente. Fra le tematiche principali, l’adozione di nuovi modelli di gestione aziendale, le competenze linguistiche, la green economy e il supporto all’internazionalizzazione. Segnale forte di come l’emergenza sanitaria non abbia fermato il desiderio da parte delle imprese di investire sulle persone.
Dal Rapporto 2022 emerge che le Regioni con il maggior numero di imprese che hanno beneficiato delle attività formative sono state Lombardia, Puglia e Lazio, mentre i comparti di provenienza delle imprese e dei lavoratori interessati dall’attività formativa sono stati quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (25%), quello delle costruzioni (14%), quello alberghiero e della ristorazione (13%) e quello delle attività manifatturiere (12%). La platea dei lavoratori destinatari dell’attività formativa inoltre risulta essere a prevalenza maschile, di età tra i 40 ed i 49 anni e con diploma di scuola media superiore.
Per quanto riguarda le modalità formative, invece, la formazione in aula è stata prevalente. Da sottolineare però una crescita di 9 punti percentuali della modalità a distanza (+ 35% nel 2020 e + 44% nel 2021), conseguenza proprio dell’emergenza sanitaria e di un nuovo approccio del mondo del lavoro all’utilizzo degli strumenti digitali.
Le microimprese principale bacino per FondItalia
Il Fondo si conferma il punto di riferimento per le microimprese, da 1 a 9 dipendenti, che costituiscono l’89% delle imprese aderenti, presenti per la maggior parte al Sud e nelle Isole (66%) e provenienti da settori diversi. Esse si confermano il principale bacino di adesioni per FondItalia e confermano la buona riuscita di alcune politiche, come la possibilità per tali imprese di mettere insieme le proprie risorse in Conti di Rete, facilitandone l’ingresso nel “sistema Fondi” e l’accesso alle risorse per la formazione continua.
Negli ultimi anni FondItalia, al fine di migliorare sempre più i piani di formazione continua e omologare i sistemi di formazione continua italiani a quelli europei, ha istituito l’Osservatorio FondItalia e ratificato un Accordo Quadro con il CNR nell’ambito del quale il Fondo ha affidato all’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISEM – CNR, l’esecuzione di un programma di attività di studio e ricerca sull’impatto dell’innovazione tecnologica e organizzativa sul lavoro e sul mutamento delle esigenze formative di imprese e lavoratori.