Una misura riguardante il dimezzamento dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi previsti dalla legge 241/90. È la proposta che il Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha dichiarato di aver avanzato al Governo e che dovrebbe essere adottato in un prossimo decreto PNRR, in programma ai primi di marzo 2022. In un’intervista al Sole 24 Ore, il Ministro Brunetta ha anticipato l’adozione della misura relativa al dimezzamento dei procedimenti amministrativi, i cui termini sono oggi fissati a 30 e 90 giorni a secondo dei casi, spiegando «la riduzione sarà accompagnata da un impegno senza precedenti nei controlli sui tempi, con monitoraggi automatizzati e il supporto dei mille esperti in forze alle Regioni».
Il provvedimento annunciato da Brunetta è stato accolto con apprezzamento da parte di FederTerziario che sottolinea come le lungaggini amministrative costituiscano un aggravio di costi per le imprese che necessitano di tempi brevi e certi.
Patrizi FederTerziario: la legge deve adeguarsi al progresso tecnologico
«La riduzione dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi brevi e competitivi anche a vantaggio delle imprese per le quali le lungaggini burocratiche hanno sempre costituito un aggravio in termini economici e di produttività» dichiara Nicola Patrizi, presidente di FederTerziario. «Quando vennero fissati i termini oggi vigenti, circa 30 anni fa – prosegue il numero uno della federazione datoriale – c’erano il telefono e il fax per comunicare e si usava esclusivamente il cartaceo e le raccomandate, mentre oggi abbiamo la PEC, la firma digitale, lo Spid, le banche dati, numerosi devices, i processi digitalizzati che, in altri ambiti, hanno consentito e consentono di ridurre significativamente i termini e i tempi in favore delle imprese e dei cittadini. L’estensione degli strumenti del Cad e la diffusione del fascicolo sanitario, di PagoPa, dell’App IO rendono quei termini quanto mai obsoleti e fuorvianti» aggiunge Patrizi, che esprime poi «apprezzamento» per le dichiarazione del Ministro Brunetta. E conclude: «Non è possibile mantenere «per legge termini “comodi” fissati nell’era pre-tecnologica in un’era completamente diversa come quella digitale e globale che richiede tempi amministrativi brevi e competitivi».