Ill.mo Presidente del Consiglio dei Ministri,
la scrivente Confederazione FEDERTERZIARIO, alla luce dell’emergenza Coronavirus che sta mettendo in ginocchio molti settori economici ed aree geografiche del nostro Paese, ed in particolare il comparto del Turismo che, come noto, rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia italiana e che per l’anno 2020 ha già registrato la quasi totale cancellazione delle prenotazioni, con la presente, intende proporre al Governo alcune misure volte al contenimento delle ricadute economiche ed occupazionali che la pandemia potrebbe determinare soprattutto sulle medio-piccole che rappresentiamo e che, fisiologicamente, sono più esposte ai fenomeni di crisi.
Siamo dinanzi ad una situazione emergenziale e servono, per questo, misure emergenziali rapide ed efficaci, per consentire agli imprenditori del settore di superare, senza catastrofiche ed irreparabili conseguenze, l’anno 2020, e poter provare a ripartire nell’anno 2021. Molte imprese vogliono aprire le proprie attività sebbene siano consapevoli che i fatturati, ove esistenti, saranno ben al di sotto di quelli degli anni precedenti, ma per far sì che questo avvenga hanno bisogno di un sostegno concreto che consenta di affrontare questo annus horribilis senza rischiare un default che sarebbe dannoso per tutto il nostro sistema economico, anche dal punto di vista occupazionale.
Il grido di allarme degli operatori del settore è giunto forte alla nostra Confederazione che ha deciso di dar voce proprio agli imprenditori, raccogliendo in tutto il territorio nazionale le loro proposte e facendosi portavoce delle stesse presso la Presidenza del Consiglio. Lo abbiamo fatto perché riteniamo che la mission delle Associazioni datoriali come la nostra sia proprio quello di dar voce e supportare chi ogni giorno investe energie e risorse per contribuire allo sviluppo e alla crescita dell’intero sistema paese e che oggi non vuole vedere vanificati gli sforzi ed i sacrifici di una vita.
Di seguito le proposte degli imprenditori:
– Sospensione dei mutui aziendali: La maggior parte delle aziende ha contratto dei mutui bancari per avviare le proprie attività e per adeguarle costantemente, di anno in anno. In assenza del fatturato (totale o in gran parte) legato alla stagione 2020 resteranno da pagare le rate del mutuo che non potranno essere soddisfate per carenza di liquidità dovuta a carenza di entrate. L’art. 56 del D.L. 18/2020 sposta il pagamento dei ratei dei mutui al 30 settembre 2020. Ma le aziende dovranno pagare anche le rate del 31 dicembre 2020 e di giugno 2021, le cui coperture sono indissolubilmente legate al fatturato della stagione 2020. Pertanto si chiede che la sospensione dei mutui venga prorogata almeno al 31 dicembre del 2021.
– Sospensione della tassazione per l’anno 2020 e 2021: Le tasse locali incidono pesantemente sugli oneri aziendali, in particolare l’IMU, la TASI, la TARI (da parametrare, comunque e in generale, in riferimento ai soli mesi di effettiva attività e non per l’intero anno), la tassa regionale IRAP, le tasse comunali di soggiorno (nei comuni che le hanno deliberate) per le quali si chiede la sospensione per il 2020 e il 2021. In ordine alle tasse di soggiorno si propone che, ove mantenute, le stesse vengano destinate, per gli anni 2020 – 2021, alle stesse strutture ospitanti. Inoltre si richiede e si propone la sospensione delle cartelle esattoriali e delle rottamazioni, non escluso un eventuale stralcio al 50%, posticipando i versamenti di 24 mesi senza addebito di interessi.
– Non applicazione dell’IVA sul margine al 22% ex art. 74 ter e diritti di agenzia: Poiché il settore del turismo organizzato, agenzie di viaggi e tour operator è in ginocchio, si chiede la non applicazione dell’IVA sul margine al 22% ex art. 74 ter (per intermediazione e organizzazione di pacchetti turistici INTRA UE) e diritti di agenzia (emissione biglietteria aerea, prenotazioni in generale, etc.).
– Bonus Utenze: Per le utenze delle imprese turistico ricettive che registrino, in ciascun mese successivo al mese di febbraio 2020, una riduzione dei consumi energetici (energia elettrica, gas metano, teleriscaldamento, ed ogni altra forma di fornitura energetica effettuata mediante l’utilizzo di reti di distribuzione) superiore al 50% dei consumi registrati nel corrispondente mese dell’anno 2019, chiediamo venga riconosciuto un bonus a copertura dei costi fissi e di distribuzione derivanti dalla presenza dell’utenza attiva presso la propria attività.
– Erogazione di liquidità a favore delle aziende: Per poter sopravvivere ai mancati introiti collegati alla stagione 2020 e per poter adeguare le strutture alle nuove norme e regole che si renderanno indispensabili per convivere negli anni con l’attuale ed altri eventuali contagi, riteniamo indispensabile un’immissione di liquidità nelle casse degli operatori del settore. A questo riguardo si evidenzia che:
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- Il Decreto Legge 23/2020 stanzia circa 200 miliardi per dare liquidità alle aziende; importo ed estensione della copertura sono di notevole rilevanza. Tuttavia si reputa non razionale e, al contrario, dannoso, che la percentuale di garanzie erogate dallo Stato a mezzo Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e sua controllata SACE a copertura dei finanziamenti che verranno erogati dalle banche sia al 90% invece che al 100%. Ciò perché il 10% pur costituendo una percentuale irrisoria (a fronte della copertura statale del 90%) costringe le banche alo svolgimento di una istruttoria, che sposterà nei mesi l’effettiva erogazione delle somme. Inoltre il peso burocratico delle istruttorie viene aggravato dal fatto che dopo l’istruttoria delle banche, si svolgerà anche l’istruttoria della SACE, per conto della Cassa Deposti e Prestiti, e del Ministero dell’economia. Doppia istruttoria con l’aggravante che la SACE non è, a nostro avviso, amministrativamente e burocraticamente attrezzata ad evadere un’enorme mole di pratiche in tutta l’Italia. Inoltre, consideriamo non sufficiente lo stanziamento riservato alle PMI sul plafond totale dei 200 miliardi previsti nel Decreto Liquidità. Pertanto chiediamo che:
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- Venga elevata la garanzia bancaria al 100% a carico dello Stato eliminando così ogni lungaggine burocratica.
- Venga ribadita l’assenza di interessi sui prestiti erogati.
- Venga raddoppiato il plafond riservato alle PMI.
- Venga aumentato a 15 anni il tempo di rientro per le somme ricevute.
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– Erogazione di contributi a fondo perduto: Partendo dal presupposto che i prestiti garantiti dallo Stato dovranno comunque essere ripagati dalle aziende, spesso già gravate da oneri similari, riteniamo che, in presenza di una “calamità sanitaria” quale quella attuale (in analogia con il settore agricolo con riferimento alle calamità naturali o con il settore pesca per il fermo biologico) riteniamo che le Istituzioni, sia nazionali che regionali, debbano adottare un approccio di sostegno che preveda una percentuale a fondo perduto da calcolarsi con riferimento alla ricettività o al fatturato delle singole imprese. In particolare riteniamo necessario e urgente un contributo a fondo perduto in “conto spese d’esercizio” dei costi fissi aziendali da quantificare. Questo sostegno andrebbe garantito in particolare alle strutture che intendano comunque aprire per la stagione 2020.
– Bonus assunzioni e formazione personale per emergenza COVID: Le aziende intendono fare ogni sforzo per aprire le attività, anche in previsione di un fatturato, almeno per l’anno in corso, molto ridotto; a questo scopo rivendicano che le Istituzioni garantiscano la sospensione, per ogni persona assunta, degli oneri previdenziali, delle ritenute d’acconto e di ogni forma di tassazione da spostare a carico dello Stato, consentendo così alle imprese di corrispondere solo il netto in busta per ogni lavoratore. Si chiede, inoltre, che lo Stato, anche attraverso le Regioni e con il supporto dei Fondi Interprofessionali, ove necessario, si accolli gli oneri relativi all’informazione e alla formazione del personale sulle problematiche legate all’emergenza sanitaria, consentendo così alle imprese di poter disporre di dipendenti adeguatamente formati, anche in ordine alle evenienze e alle necessità connesse alla pandemia. Si deve puntare sulla formazione del personale finalizzata al mantenimento di standard di sicurezza, alla sanificazione degli ambienti turistici, al mantenimento degli standard sugli ambienti, quali distanze minime, aereazione etc., e bisogna effettuarla nel periodo di sostegno al reddito, estendendola anche a stagionali e personale irregolare e occasionale. Bisogna sfruttare questo momento di non lavoro per formare e riqualificare il personale e gli operatori turistici, riducendo il gap con altre realtà turistiche nell’uso dell’ICT, e puntando su modelli di turismo a maggior valore aggiunto (come il Turismo Esperienziale) che prevedono una maggiore integrazione con il territorio, e arricchiscono quindi il capitale economico, umano, ambientale e sociale, anche al fine di poter ripartire offrendo maggiore qualità nei servizi e nelle professionalità.
– Incentivi per la riassunzione dei lavoratori: al fine di promuovere la ripresa delle attività del settore alberghiero, dopo la contrazione del mercato prevista dal COVID-19, saprebbe opportuno riconoscere, sino al 30 settembre 2021, una riduzione del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di 600 euro mensili per ciascun lavoratore riassunto dopo il 23 febbraio 2020, anche a tempo determinato.
– Ricorso ai voucher assunzione: L’utilizzo dei voucher costituirebbe una forma di flessibilità particolarmente utile e funzionale nella fase di crisi che l’emergenza ha determinato, in quanto consentirebbe assunzioni limitate nel tempo, anche in funzione di una “scalare” verifica in ordine alla risposta del mercato.
– Bonus vacanza: Per stimolare in particolare il turismo interno, sia regionale che nazionale, si richiede che si consenta di portare in deduzione dai redditi le somme che vengano spese per fare una vacanza in Italia, stimolando così la domanda interna. Ciò consentirebbe certamente una leggera ripresa del turismo interno “costretto” dalle condizioni sanitarie, da ragioni economiche e da decisioni internazionali, e avvierebbe uno scenario di recupero del 2020 che potrebbe essere utile mantenere anche per l’anno 2021. Così si favoriranno:
- forme di viaggio concentrate prevalentemente in Italia e di breve-medio raggio o nei dintorni della residenza abituale; quindi un turismo che privilegerà l’Italia meno nota e affollata, le attività open air e il turismo lento;
- i viaggi individuali (di coppia e famiglia) che ripartiranno più velocemente, soprattutto all’inizio, rispetto a quelli di gruppo, stante la possibilità di mantenere forme di distanziamento sociale.
– Pianificazione e attivazione di Protocolli di accoglienza per turisti/ospiti: Una delle priorità del settore è quella di attivare un Tavolo tecnico fra Istituzioni e Imprese con l’obiettivo di condividere procedure e protocolli organizzativo-sanitari. La formalizzazione di simili Protocolli sulla base delle Linee guida provvisorie 31 marzo 2020 dell’Organizzazione mondiale della sanità garantirebbe il turista/ospite circa la sicurezza sanitaria durante il periodo di soggiorno, facilitando l’offerta e la promozione turistica. Il confronto tra le parti dovrà tendere all’elaborazione di linee guida pratiche, efficaci e non sottoposte a lunghe procedure burocratiche. In materia si reputa indispensabile e urgente affrontare le problematiche dei trasporti, sia aerei che marittimi, particolarmente strategici per le isole, nell’ottica di predisporre celermente procedure di prevenzione sanitaria che garantiscano il trasporto passeggeri in sicurezza.
– Programmazione e attivazione di una campagna promozionale a livello nazionale e internazionale: L’obiettivo primario è rilanciare nel mondo l’immagine dell’Italia come meta turistica e pertanto alle Istituzioni nazionali e regionali viene richiesto di attivare una massiccia e capillare azione di sensibilizzazione e promozione in particolare su mercato europeo, con garanzia circa la sicurezza del soggiorno e dei relativi servizi di supporto sanitario.
– Piano straordinario per i Fondi di investimento europei: Qualora si concretizzasse l’orientamento della UE di lasciare nella disponibilità nazionale e delle Regioni i fondi europei non spesi nel settennio 2014-2020, si sollecita ed auspica un intervento straordinario per l’aumento e l’adeguamento delle strutture del settore ricettivo in senso lato, con la finalità di adeguarle ad un nuovo modo di ospitare ed accogliere che l’attuale emergenza sta rendendo indispensabile. In questo spirito ed in questa ottica, si rivendica lo sblocco e l’accelerazione dei tanti finanziamenti incagliati nelle maglie della burocrazia e dei relativi a progetti presentati, a mezzo di regolari bandi, dalle aziende del comparto.
– Finanziamenti mirati allo sviluppo piattaforme di booking italiane, dedicate al turismo di nicchia ed Esperienziale, con alto conversion rate, per modernizzare il booking turistico.
– Sburocratizzazione delle procedure amministrative: In materia autorizzativa ed amministrativa in genere al fine di rendere efficaci in tempi brevissimi le misure adottate dal Governo.
– Riduzione dell’Iva per il turismo balneare: Attualmente il regime IVA per l’erogazione dei servizi turistici balneari ammonta al 22%: in questa situazione diviene ancora più evidente sostenere l’adeguamento al 10% dell’Iva da attuarsi in modo permanente per adeguare il comparto turismo balneare alle componenti tributarie dell’intera filiera del turismo italiano.
– Riduzione dei costi previdenziali e sostegno al lavoro dipendente per il settore balneare: La maggiore attenzione deve essere certamente riposta sul settore del lavoro dipendente e sono proprio i lavoratori dipendenti, in un comparto che ha in media circa 250.000 occupati diretti, ai vari livelli, ad essere a rischio. Se adeguatamente supportato dallo Stato, questo settore può reggere l’impatto negativo che sta subendo. Si propone dunque una riduzione dei costi previdenziali per il lavoro dipendente pari al 70% per l’anno 2020 e del 50% per gli anni 2021 e 2022.
– Agevolazioni per i B&B ed in generale per i servizi di ospitalità diffusa e familiare: Poiché nell’esercizio di tali attività, non tutti sono titolari di partita iva e, conseguentemente, non potranno accedere ai 600 euro previsti dal Governo, si ritiene che ove i titolari abbiano almeno presentato la scia o la dichiarazione di avvio attività nel corso dell’ anno 2019, venga previsto un trattamento analogo a quello delle partite iva (600 euro al mese) nonchè un bonus degli affitti, anche se di tipo domestico, trattandosi di attività turistiche al pari di altre.
– Ampliamento concessioni demaniali e controllo aree di spiaggia libera: Considerato l’imminente inizio della stagione e la necessaria redazione di un protocollo per la sicurezza sanitaria e gestionale sulle spiagge, che garantisca la salute e non scoraggi i turisti soprattutto interni, che inevitabilmente renderà necessaria la diminuzione dei posti spiaggia, accoglienza e ristorazione, riteniamo indispensabile che le istituzioni supportino, con interventi economici e di detassazione ovvero con l’ampliamento delle concessioni demaniali, (anche a fronte di un onere di controllo anche di aree di spiaggia libera), l’imprenditoria del turismo balneare consentendo un recupero economico, almeno parziale, della contrazione del numero di presenze, e permettendo al cittadino la fruizione di servizi balneari sicuri e con costi simili quelli della stagione turistica 2019. Si chiede che per gli stabilimenti balneari venga mantenuta la concessione ed eliminato il canone del 2020 e del 2021, nonché concessa l’estensione immediata dei titoli concessori al 31/12/2033 su tutto il territorio nazionale come previsto dalla L. 145/2018; tale estensione è necessaria in questo particolare momento per avere accesso a linee di credito con “Istituti Bancari”.
- Destagionalizzazione degli stabilimenti balneari: Attualmente le normative ragionali limitano i cicli di apertura degli stabilimenti balneari a predeterminati periodo dell’anno. Un supporto a tali aziende, peraltro a costo zero, potrebbe essere quello di consentire per il 2020-2021 più giorni di apertura delle strutture, al fine di recuperare, attraverso la destagionalizzazione, parte degli incassi che sicuramente saranno persi durante l’estate 2020, anche nell’ottica di una graduale attenuazione dell’emergenza sanitaria.
– Superamento per un anno delle restrizioni introdotte dal DL “Dignità” in materia di lavoro: si ritiene necessaria una sospensione delle restrizioni all’utilizzo di contratti flessibili con particolare riferimento alle causali e alle percentuali nel ricorso ai contratti di lavoro flessibile e a ripristino del voucher per il lavoro occasionale, data la volatilità della domanda turistica che caratterizzerà certamente i prossimi 12 mesi.
La scrivente Confederazione ribadisce la richiesta già avanzata in data 6.3.2020, di utilizzare le risorse europee, relative alla programmazione 2014-2020, non ancora spese e di rivedere la nuova Programmazione 2021-2027, programmando, almeno per il biennio 2021-2023, interventi specifici destinati a sostenere il sistema produttivo italiano, con un particolare focus sui settori Turismo e Cultura e con una rinnovata attenzione alle piccole e medie imprese, che a nostro parere continuano ad essere penalizzate nella distribuzione delle risorse.
Cogliamo l’occasione per rinnovare la nostra disponibilità a partecipare a Tavoli di confronto e a supportare l’Esecutivo nelle azioni di contrasto all’emergenza.
Ringraziando sin d’ora per l’attenzione concessa e per l’impegno sin qui profuso dall’Esecutivo e da Lei Presidente, porgiamo
Distinti saluti